Agitazione tra i medici: la rivolta contro il taglio delle pensioni
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Direttore: Alessandro Plateroti

Agitazione tra i medici: la rivolta contro il taglio delle pensioni

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Il taglio delle pensioni previsto in Manovra, scatena la furia dei sindacati dei medici che avvertono su una possibile fuga di professionisti.

La Manovra 2024 prevede un drastico taglio delle pensioni dei medici, e Giorgia Meloni non sembra voler retrocedere. I sindacati di categoria denunciano la decisione del Governo, avvertendo su una probabile fuga dei professionisti del settore.

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Lo sciopero dei medici

Le associazioni di categoria protestano contro il taglio delle pensioni previsto dalla Legge di Bilancio 2024. Gli articoli sultaglio delle pensioni dei medici e al capitolo sanità, sono immutati rispetto alle bozze circolate sulla stampa negli ultimi giorni”, evidenziano.

Per questo, è stato proclamato formalmente lo stato di agitazione con assemblee in tutte le aziende sanitarie. I professionisti del settore sono pronti ad una giornata di sciopero nella prima data utile.

“Riduzione delle pensioni fino a 26mila euro”

I sindacati parlano “di un taglio dell’assegno pensionistico di almeno 50mila persone, che può arrivare fino ai 26.347 euro per ogni anno di pensione, per tutta la vita”.

Si rischia quindi una nuova fuga di medici dal Servizio sanitario nazionale (Ssn) che già ad oggi “rischia di crollare”, avverte Pierino Di Silverio, segretario di Anaao Assomed. Il quadro è nero per la Sanità, che già accusa carenza di dottori, “che attualmente è già stimata in almeno 15mila unità“.

“Prevediamo che ci sarà un esodo perché i professionisti che potranno andare in pensione sceglieranno probabilmente di farlo subito, per evitare il pesante taglio alla loro pensione che scatterà dal primo gennaio 2024″, dichiara Di Silverio.

Taglio delle pensioni: chi viene coinvolto?

Con l’arrivo della nuova Legge di Bilancio, il governo ha ricalcolato le pensioni di vari dipendenti pubblici, annunciandone un netto calo. Tra le posizioni interessate, ci sono: insegnanti delle scuole elementari, dipendenti degli enti pubblici, medici ospedalieri, ufficiali giudiziari.

Vengono colpiti, in poche parole, tutti quei professionisti che hanno cominciato a lavorare prima del 1993, versando quindi contributi pensionistici nel regime retributivo. Ad essi, viene garantita una pensione di almeno il 23% dell’ultima busta paga, in aggiunta ai contributi versati nel corso della carriera.

Per i dipendenti privati, invece, questo vantaggio al momento si attesta appena sul 2%.

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ultimo aggiornamento: 1 Novembre 2023 13:00

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